Non ho idea del perchè abbia scritto una cosa del genere, e nemmeno del perchè la stia postando. Forse l'ultimo concerto ha lasciato in me il segno, è stato davvero molto toccante, forse voglio condividere tutto questo con chi so che può immedesimarsi ed apprezzare magari. __________________________________________________________________________________
-Fottiti! Non ho alcuna intenzione di fare quella canzone! le ho scritte io e decido io se è il caso che vengano suonate, lo sai, è così, lo sai, e non dovremmo nemmeno discuterne.lo sai. Adesso vattene e lasciami in pace. Dissi buttando il mozzicone di sigaretta proprio nella sua brutta faccia malefica piena solo di cupidigia. - Ma Brian! I tuoi fan, parlano chiaro, non stanno più nella pelle dopo aver sentito quella canzone nell ultimo soundcheck!! E poi devi considerare che praticamente in tutto questo tu, anzi voi (...) Non diedi nemmeno ascolto alle sue ultime parole, gli voltai le spalle, perchè non potevo farmi vedere in questo stato da nessuno, cercai il mio solito rifugio, la mia vera casa; lo stesso odore di Chanel che mi porto ovunque io vada,lo stesso profumo delicato ed allo stesso tempo pungente di Stef, e il frizzante brio di Steve, che in qualche modo, mi fanno sentire sempre in famiglia. è la voglia di urlare e spaccare tutto, quando mi sento in quello stato di morte improvvisa che sta per cogliermi, quando la mia anima sta per morire, quando sono stanco ed adirato, è proprio questa voglia, che mi bacia, e mi resuscita, che mi porta sempre qui, nello stesso identico posto, milionesimo clone del mio camerino, dove appoggio le mie Camel Blue sistematicamente con sopra il mio accendino, che mi concedono di fare sesso venti volte al giorno per cinque minuti. Che mi lasciano quell'amaro in bocca, che tanto vorrei che un giorno riesca completamente a dissolversi dalla mia lingua, le papille gustative in overdose, ricolme inderogabilmente di perenne insoddisfazione. Ed è proprio qui, che nei miei momenti più creativi, dipingo di cenere tutto ciò che mi circonda, e che, pur volendolo o no, mi riguarda. Quel non so che, riesce a farmi sentire come il protagonista di uno di quei film emblematici e bizzari che tanto mi intrigano, ed allo stesso tempo mi fa sentire spettatore di quell' universo emozionale che distaccatamente mi accomuna a tutto il resto. Entro in uno stato di enfasi, dove tutto si gonfia, si riempe e si colma, tutto ciò non riesco a contenerlo dentro me, è come quando Steve si prova ironicamente i miei Jeans spacciandosi per un pescatore; mi sta tutto stretto. Non mi curo del cellulare, non mi curo della cenere che sporca il foglio, non so più in che città mi trovo, e fra quanto tempo devo essere pronto per il soundcheck, l'intervista ed il make up. Riesco ad essere me stesso, mi ordino implicitamente di non cancellare nemmeno una virgola di quello che sto scrivendo, di tutto quello che sto provando, che siano trombe o violini, se ci sono un motivo ci dev'essere. Lascio alle mie ferite dita il loro compito, lascio che le mie lacrime scendano dai miei arrossati occhi fino al mio naso, per poi cadere giù sul foglio, dove si dissolvono e creano quasi dei cerchi, che si rincorrono, e lo fanno proprio come i miei pensieri. Lascio che tutto scorra per come dev'essere, tutto ciò non potrebbe accadere altrimenti. So che nessuno mi vedrà mai cosi, devo purtroppo mostrare i miei gelidi occhi al mondo, devo essere forte, devo essere il bianco e il nero allo stesso tempo, contemporaneamente risultare percepibile all anima e inarrivabile. Piango, ma dico a me stesso che è il fumo negli occhi, rido da solo per tutto questo sapendo di prendermi in giro, penso seriamente che tutto questo sia grave, troppe cose messe insieme,come quando in quelle ore buie, vedo mille e mille occhi lucenti che mi osservano, e quasi mi osannano come se fossi il loro creatore, dico dentro me stesso che io tutta quella gente non la conosco, e vorrei credere che lo stesso discorso valga per loro nei miei confronti, certe volte non trovo nemmeno il coraggio di soffermarmi su uno solo di tutti quegli sguardi, ma mi limito a scrutare il chaos, come quando si è sovrappensiero e non si sta guardando nulla in particolare ma si ha lo sguardo fermo, fisso e concentrato. Ma quando le mie orecchie odono quell'unica e potente voce che si scaglia insieme alla mia fra i muri della città, recitando alla perfezione quei versi che fanno tremare la terra sotto i miei piedi e tutti i vetri delle finestre, mi rendo conto che non è così.
Nel momento in cui mi sento chiamare, e mi accorgo che sto ancora fumando, quando credevo fosse passata un eternità, è qui che mi accorgo, che il tempo di una sigaretta, che poi è anche quello di una canzone, riesce a sprigionare in me tutte queste emozioni, comprendo cosa vuol dire "per sempre". Concepisco che non potrei vivere senza tutto ciò. Capisco che non c'è il tempo per arrivare a delle risposte, a tutte quelle che ognuno di noi cerca dentro sè, e che le cose belle non sono sempre le più lunghe. Apprendo che il tempo non esiste realmente. Questa erronea concezione, che mi fa sorridere ancora una volta.
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Incamminandomi, accompagnato dai frastuoni di mille anime, trattengo il respiro, e penso ancora a quelle frasi riecheggianti in me: It's all right, it's okay baby, dry your eyes, 'cause world's waiting your smile.
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