Black Eyed PLACEBO Forum • Loud like Placebo version

Votes taken by slave_to_the_wage

view post Posted: 19/10/2013, 13:16     +1New York, Terminal 5 [15.10.2013] - Setlist
poi che non si sorprendessero se il loro disco non ha raggiunto il primo posto da nessuna parte e se delle date autunnali in europa solo 2-3 sono sold out.. la gente si è rotta il ca..
view post Posted: 11/9/2013, 14:34     +1Loud Like Love [recensione, pareri] - News
Prima di tutto, spero di non aver sbagliato sezione :ç__ç: detto ciò, questo topic è dedicato ai pareri che ognuno di voi formulerà sul nuovo album.
Io personalmente, lo dico senza troppi problemi, non ci scommettevo una lira su questo disco, ragion per cui mi sono lanciato su torrent e l'ho scaricato promettendomi che, nel caso mi fosse piaciuto, l'avrei acquistato.

AVVISO: di seguito è riportata la mia personalissima e modestissima recensione del disco, per chi volesse attenderne l'uscita ufficiale è pregato di tornare alla pagina precedente :tau:




1. LOUD LIKE LOVE
Il disco si apre con un arpeggio di chitarra effettata con una lieve distorsione e delay, ci guida all'immediata esplosione che rimanda palesemente all'artwork dell'intera opera, una miriade di colori e sensazioni regalate dai numerori effetti e sinth presenti in sottofondo; entra subito la voce di Brian come sempre in ottima forma, molto melodica e alta ormai (scordatevi definitivamente il suo timbro prettamente nasale, ormai ha imparato a cantare completamente di gola e diaframma). Il pezzo fila liscio senza troppi patemi anche se forse troppe volte lascia l'ascoltatore in sospeso, in attesa di un ritornello che arriva solo nel finale. In definitiva il pezzo è un piacevole pop-rock molto classico tipico dei Placebo post 2007, sicuramente se fosse durato un minuto in meno, eliminando magari l'ultimo verso, sarebbe stato ancora meglio. Col senno di poi, una volta ascoltata l'intera opera si comprende come questa canzone sia un vero e proprio apri pista, una dichiarazione di intenti su quello che accadrà nelle restanti 9 tracce.

2. SCENE OF THE CRIME
Il pezzo si apre con dei battiti di mani sintetizzati e batteria che accompagna solo sui piatti, veramente notevole l'interpretazione di Brian che letteralmente si porta con se uno alla volta tutti gli strumenti, prima la gran cassa della batteria, poi il basso ed infine la chitarra, il prezzo prende forma nel giro di un minuto e funziona veramente bene. Con l'ingresso da li a poco di un beat elettronico di sottofondo, del piano e di alcuni contro cori si intuisce che si sta probabilmente ascoltando la migliore canzone dei Placebo dall'arrivo di Steve Forrest dietro le pelli. Il finale anche in questo caso è un crescendo molto potente con la voce di Brian che ci guida in lontananza. Potenziale singolo.

3. TOO MANY FRIENDS
Eccoci a quello che è il primo singolo del disco e paradossalmente, il pezzo più debole dell'intera raccolta. Arpeggio di piano con voce di Brian ad aprire, un marchio di fabbrica ormai consolidato. Anche in questo caso gli strumenti entrano in sequenza: batteria, basso, ed infine chitarra. La melodia è sfacciatamente easy listening e priva di qualsiasi inventiva, allo stesso tempo però riesce nell'intento di rimanere in testa di chi l'ascolta.
L'obiettivo quindi viene raggiunto, però ci si dovrebbe dimenticare che si parla dei PLACEBO, ovvero di un gruppo il quale i primi singoli di ogni album erano pezzi non propriamente commerciali come Pure Morning, Taste In Men o The Bitter End, pezzi intrisi di stile che ugualmente riuscivano ad ottenere il consenso del grande pubblico. Too Many Friends sarà passata sicuramente molto per radio ma non rappresenta degnamente ne i Placebo, ne il disco in se.

4. HOLD ON TO ME
Inizio da pelle d'oca, sembra di ascoltare un gruppo post rock, qualcosa di vicino ai God Is An Astronaut, c'è sempre del lieve sinth di sottofondo, chitarra che arpeggia, batteria su di un 4/4 elementare, insomma un tappeto perfetto per far risaltare la splendida voce di Brian. Il pezzo parte come un'ottima ballata elegante fino ai 2 minuti, dove la voce sparisce e compare la chitarra solista di Brian che ci regala l'ennesimo assolino fotocopia già presente nel rif di Infra-Red, nella riedizione di I Know, ed in Come Undone.. una caduta di stile. L'assolo sfuma e prendono la scena gli archi di Fiona, il tutto si ricompatta nuovamente in un unico corpo: chitarra solista, archi e base iniziale, il tutto pervaso dal parlato di Brian che, un po' come ai tempi di Summer's Gone, ci accompagna fino alla fine.. ma i risultati purtroppo non sono memorabili come quelli del 1998.

5. ROB THE BANK
La quinta traccia di Loud Like Love si apre in maniera molte, con un basso cazzuto e deciso, la voce rabbiosa di Brian e la batteria che picchia fin dal primo momento. Parte il ritornello ed è delirio: finalmente un po' di distorsione degna dei primi lavori della band, mentre la seconda chitarra si prodiga in un mini solo acidissimo e dissonante. Roba che da queste parti non si vedeva forse dai tempi di Black Market Music, ottimo il bridge centrale che allo stesso tempo da respiro all'ascoltatore ma mantiene alta la tensione fino alla ripresa finale. Ottima, sarebbe stata un degno primo singolo.

6. A MILLION LITTLE PIECES
Inizio con piano, basso e batteria, il tutto molto effettato e ovattato dal delay, ben presto però sparisce il tutto per far spazio alla voce di Brian in quella che risulta essere una pop-ballad di piacevole ascolto e di elegante fattura. Il ritornello riprende la melodia iniziale con l'aggiunta di una chitarra acustica che completa perfettamente l'arrangiamento di questa canzone dal sapore lievemente coldplaydiano.

7. EXIT WOUNDS
Da questa traccia in poi, il disco inizia ad assumere delle tinte a me più gradite, cioè più oscure. Base elettronica, chitarra minimale in sottofondo, voce finalmente su toni più bassi ed un andamento che può vagamente ricordare qualcosa presente tra le collaborazioni tra Brian e Timo Maas, e su Meds (Space Monkey su tutte). Il clima è affascinante e dopo 2 minuti esplode nel ritornello il quale vede l'ingresso della batteria e del basso. Ottima la scrittura della melodia vocale e della struttura del pezzo il quale prosegue elegantemente, nella maniera da me descritta, sino al finale anticipato da un assolo di chitarra effettata molto piacevole, ed onestamente da me inaspettato.
I PLACEBO con questo pezzo dimostrano di essere ancora in grado di poter scrivere musica veramente seria, la stoffa c'è, anche se pure in questa canzone si ha la sensazione che qualcosina in più si poteva fare per rendere la 7ª traccia di Loud Like Love, un pezzo memorabile.

8. PURIFY
Intro di chitarra, suonata tipicamente nello stile di Brian, ovvero note singole e spesso dissonanti suonate ripetutametne tra loro, un po' come faceva all'epoca di Kitch Objects, Miss Moneypenny e Brick Shithouse, la differenza essenziale tra questi pezzi e Purify sta purtroppo nel ritornello, ottimo in questo episodio ma non efficacemente potente.
Brian ancora una volta preferisce ovattare il suono della sua chitarra con del phaser, limitandone la potenza distorsiva, il risultato lascia un po' con l'amaro in bocca perché il pezzo è scritto bene ed ha un ottimo tiro, sicuramente dal vivo renderà nettamente di più.

9 BEGIN THE END
Un po' come per Hold On To Me, il pezzo si apre con un arpeggio di chitarra, basso che si fa sentire alla chiusura di ogni giro e batteria inchiodata sul rullante; il tutto fa molto effetto e crea uno stato d'ansia interessante. La voce di Brian entra più dolce che mai ed il pezzo in breve prende forma.
Si potrebbe erroneamente essere portati a credere che questa sia una ballad ma invece non lo è. Questo è un pezzo dark che probabilmente da solo vale l'acquisto del disco, un pezzo ricco di enfasi ed arrangiato in maniera sapiente ed elegante, un pezzo che si lascia scoprire ed apprezzare sempre di più ad ogni ascolto, un pezzo che da circa 7 anni non si sentiva nel repertorio PLACEBO, un pezzo che in Meds avrebbe probabilmente rubato la scena a tante altre canzoni, un pezzo che come in un vortice, col passare dei minuti si carica di enfasi ed emozioni e per questo non annoia assolutamente l'ascoltatore nonostante la sua durata raggiunga esattamente i 6 minuti. Memorabile il finale.

10. BOSCO
Brian ha parlato tanto di questo pezzo, l'ha indicato come il suo preferito dell'intero disco, come quello a cui è legato emotivamente di più e non è facile capire il perché leggendone il testo e ascoltando la dolce melodia proveniente dal piano suonato da Stefan. E' un po' come un remake di Centrefolds, anche se stavolta il tutto è intriso di una dolce malinconia, di un sorriso amaro per i tanti errori commessi in passato. L'atmosfera è piacevole e rilassata, a tratti sembra quasi una via di mezzo tra una ninna nanna e una disperata confessione.. Veramente stupendi gli arrangiamenti degli archi che entrano prepotentemente nel ritornello rendendo la canzone struggente e degna dell'essere posta a chiusura del disco.

In definitiva LOUD LIKE LOVE è effettivamente un disco, come gli stessi PLACEBO hanno definito, onesto, un disco che mette a nudo ciò che i PLACEBO sono dal 2008, un gruppo con una nuova mentalità, una nuova maturità, un nuovo batterista e una nuova line up dal vivo, i PLACEBO di oggi sono semplicemente questi e Loud Like Love sintetizza perfettamente il loro sound, personalmente a me rimane l'impressione che questo sia il loro ultimo disco, il classico disco che in qualche maniera potrebbe chiudere un ciclo ventennale a meno che non decidano di proseguire lungo la scia degli ultimi pezzi del disco, regalandoci così in futuro un disco più oscuro. Sicuramente superiore a Battle For The Sun e all'orrendo EP di B3.
La stoffa c'è, ma adesso sembrano più che altro come quel classico grande calciatore a fine carriera cui è rimasto solo il piede buono ma ha perso lo scatto e l'agilità dei vecchi tempi.

Voto: 6,5 - Lo acquisterò.
view post Posted: 20/1/2013, 19:47     +1Gay - Cheap Thrills - 2012 - News
ehm allora 2 sono le cose..
1. o mi sono perso qualche news particolarmente "piccante" sui Placebo
2. o questo è uno spam grande quanto una casa ed invito i moderatori ad eliminare subito sta roba
view post Posted: 23/10/2012, 12:26     +1Kurier 2012 - Placebo nei media e sul web (media,press and web)
è finito tutto.. cambiano i testi, il sound, si è "scocciato", anche il trucco agli occhi l'ha stufato.. ma che si sciogliessero.. reinventarsi dopo 20 anni di oscurità e abusi vari, un gruppo spirituale aperto alle filosofie lo trovo abbastanza ridicolo.. sono liberi di fare quel che vogliono, ma i Placebo che il mondo ha conosciuto, amato, apprezzato ed incitato erano un altro gruppo, meglio consegnarli alla storia
4 replies since 22/1/2006