Make-up for Molko.
1 "I'm forever Black-Eyed".
A volte sembra che Brian abbia gli occhi di un gatto; sono cangianti e non perché quel colore cambi davvero, in realtà, ma per la luce che in differenti modi lui sa accogliere.
Il modo lento e sensuale di battere le ciglia e lasciare intravedere le palpebre truccate spezza ogni impegno di truccatrici e meriti di marche; lì, sono soltanto i suoi occhi ad essere notevoli.
Inganna, nel modo più sincero che c'è - ed è contraddittorio, per difendere il contrasto che crea il nero con quell'acquamarina.
Acquamarina, sì - quella che accarezza e devasta.
Inganna - perché quello che più mette in risalto è la fonte d'ogni malinconia, è il segreto che è tutto lì, ed allora la gente non ci crede ed ha bisogno di qualcosa -
qualcosa... Ma ha dato di più, furbo -
di bello da vedere o di cui parlare.
Quegli occhi, vulnerabili, sono il metateatro di tutta una vita.
Ho spesso pensato questo, quando il suo profumo leggero era inversamente proporzionale alle sue pretese; qualcuno, qui nel backstage, ha ipotizzato che da ragazzo, quello, fosse stato costretto a reprimersi i vizi e truccarsi da solo per le sue esibizioni. Ho ritenuto la cosa degna d'attenzione perché dalla cattiveria nasce sempre altro - altro ancora, di più sottile, che striscia da orecchio ad orecchio in attesa d'essere colto da un principio d'intelligenza.
Un po' quello che lui si aspetta, immagino.
Concilia vizio con amor proprio, così come dev'essere, Brian Molko. O forse sono soltanto io che lo dipingo con la stessa cura aggrappata alle sue labbra schiuse con cui, proteso verso uno specchio, una foto lo ritrae truccarsi.
E' buffo, il fatto che tutto possa essere voluto o solo un delirio della mia mente; è esattamente come guardare quegli occhi. E' esattamente quello che vuole.
Lo è?
Una volta l'ho fotografato, mentre lo truccavano - l'ho fotografato troppe volte, perché gli altri possano saperlo.
Succede quando sei fotografa ed invece di catturare vieni catturata; ma era l'espressione che aveva, erano le labbra che schiudeva... Sembrava, in quel momento, darsi.
Non a me, non ai suoi truccatori, forse neanche alla mia macchina fotografica.
Dava i suoi occhi e si riprendeva il suo nero.
« Hel? »
La cura gli è appena scivolata via dalle labbra; mi guarda dallo specchio. Riflette il mio sorriso, perché sa che rido per un occhio ben truccato e l'altro ancora nudo.
Cody ha soltanto il colore dei suoi occhi. A volte non so se ringraziarlo -
« Ti serve qualche consiglio da chi se ne intende? »
- o chiedergli di lasciarsi accecare dal flash.
« Molko, ti ricordo che frugravi nel mio beauty. »
Per ora, lascio solo che si macchi, ancora, le dita che non lasciano più impronte sui miei specchi.
Colpa di Jo, Giul e Angie. PRENDETEVELA CON LORO!
E' un delirio di circa due minuti fa. Che non è giunto al termine.
Ovviamente, è tutto visto/pensato da Helena - sì, proprio
quella Helena. Santa donna.
E poi volevo scrivere un altro... uhm, delirio?, schifo?,
accozzagliadinonsocosa?, per le labbra. Molsdal, però.
Cioè, boh.